"Esiste un curioso paradosso: quando mi accetto così come sono, allora posso cambiare" (Carl Rogers)

lunedì 23 febbraio 2015

Itaca

Forse non è la meta ciò che conta, quanto l'intensità con il quale viviamo il nostro viaggio: sentire, ovvero essere presenti a noi stessi, ai nostri sentimenti ed emozioni. 


Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere d'incontri
se il pensiero resta alto e il sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo
né nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.


Devi augurarti che la strada sia lunga
che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche aromi
penetranti d'ogni sorta, più aromi
inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.


Sempre devi avere in mente Itaca
- raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo,per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.


Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?


E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

(Konstantinos Petrou Kavafis)

giovedì 12 febbraio 2015

In relazione

E' questa la condizione umana; essere in relazione con qualcun'altro al di fuori di me; riconoscermi attraverso lo sguardo dell'altro.  E riconosco il senso profondo del ruolo della relazione se penso a quanta sofferenza vi è nella solitudine, quando scorgo che da solo non mi basto; ed altrettanta sofferenza quando penso a quelle relazioni invischiate, quando sono talmente vicino all'altro da non vedere più me.
La nostra esistenza è costellata da molteplici relazioni: io e il genitore, il compagno, l'amico, il capo, il terapeuta, il medico, il collega, il vicino di casa .... è una lista lunga tanto quanto i nostri incontri, uno differenziato dall'altro sulla base dell'intensità, del ruolo dell'altro nella nostra vita, del sentimento. Ma in ogni relazione mettiamo in campo una parte di noi, più o meno ampia a seconda di quanto quella relazione sentiamo come sicura e degna di fiducia.

E' nella relazione con  l'altro che abbiamo l'occasione di scoprire noi stessi.



L'altro  di Kahlil Gibran


Il tuo prossimo
è lo sconosciuto che è in te, reso visibile.
Il suo volto si riflette
nelle acque tranquille,
e in quelle acque, se osservi bene,
scorgerai il tuo stesso volto.
Se tenderai l'orecchio nella notte,
è lui che sentirai parlare,
e le sue parole saranno i battiti
del tuo stesso cuore.
Non sei tu solo ad essere te stesso.
Sei presente nelle azioni degli altri uomini,
e questi, senza saperlo,
sono con te in ognuno dei tuoi giorni.
Non precipiteranno
se tu non precipiterai con loro,
e non si rialzeranno se tu non ti rialzerai